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Rigassificatore di Trieste. Il WWF: “Prestigiacomo disinformata, superficiale o arrogante?”


Trieste, 26 maggio 2010

Rigassificatore di Trieste. Il WWF: “Prestigiacomo disinformata, superficiale o arrogante?”

Sconcertano alcune dichiarazioni del ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, a latere dell’incontro con il collega sloveno Žarnić, lunedì 24 maggio a Trieste.

I resoconti di stampa riferiscono infatti che, per la valutazione degli aspetti ambientali ed economici, il progetto del metanodotto Trieste-Grado-Villesse sarebbe “oggettivamente scollegato” dal progetto del rigassificatore di Zaule.

Eppure è noto ed evidente che senza metanodotto il rigassificatore non avrebbe alcun senso (come si porterebbe il GNL rigassificato agli utenti finali?), così come sono noti – e dovrebbero esserlo anche al ministro – i rilevanti impatti ambientali, sugli organismi marini e sull’intero ecosistema marino, dovuti ad esempio al sollevamento di materiali inquinati dai fondali della baia di Muggia. Sollevamento dovuto sia al movimento delle gasiere (che si aggiungerebbe a quello già prodotto dalle petroliere dirette al terminale SIOT), sia ai lavori di dragaggio e posa tubature, che entrambi i progetti prevedono.

Tutti aspetti grandemente sottovalutati tanto negli studi di GasNatural e SNAM, quanto nelle valutazioni del ministero dell’ambiente, come il WWF ed altri hanno ripetutamente segnalato.

Ce n’è abbastanza per concludere che la valutazione su rigassificatore e metanodotto andrebbe rivista da cima a fondo ed effettuata congiuntamente (altro che progetti “oggettivamente scollegati”!), per non dire delle innumerevoli gravi scorrettezze, contraddizioni e falsità negli studi di GasNatural, del fatto che le osservazioni ed i pareri dei Comuni in cui tali scorrettezze, contraddizioni e falsità venivano documentate, non sono stati presi in considerazione dal ministero dell’ambiente, ecc.

Il ministro ha poi risposto alle preoccupazioni slovene per il raffreddamento del mare a causa del processo di rigassificazione, affermando che accanto al rigassificatore sorgerà una centrale elettrica da 400 MW, la quale utilizzerà le acque fredde dell’impianto proposto da GasNatural. Un modo davvero singolare di anticipare le conclusioni di una procedura VIA – quella sulla centrale proposta di Lucchini Energia – ancora in corso e, a quanto si sa, ben lungi dal concludersi. Si sottintende che i tecnici del ministero ubbidiranno in ogni caso ai diktat politici? Un film già visto, d’altronde, proprio con la VIA sul progetto degli spagnoli.

La centrale Lucchini, tuttavia, utilizzerebbe solo una parte dell’acqua di scarto del rigassificatore, ma soprattutto aumenterebbe di molto le emissioni inquinanti: quasi il 50 per cento in più, ad esempio, rispetto al totale attuale delle polveri fini PM10 emesse nell’intera Provincia di Trieste. Dare per scontato che il progetto si farà non pare, quindi, molto razionale per un ministro dell’ambiente. Così come del tutto irrazionale è il “protocollo d’intesa” firmato un anno fa da Regione, Provincia e Comune di Trieste con Lucchini, nel quale gli enti suddetti si impegnano a fare di tutto per favorire la costruzione della centrale in quanto “importante intervento di miglioramento ambientale” (sic!).

Il ministro Prestigiacomo, massimo garante (in teoria) di una rigorosa valutazione tecnica degli impatti che i progetti di opere private comportano per gli equilibri ambientali e la salute pubblica, pare quindi incline ad assecondare piuttosto le pressioni della politica (e degli interessi economici che con questa si intrecciano).

Dulcis in fundo il ministro ha anche ipotizzato una sorta di arrogante “do ut des”: la Slovenia rinuncia ad ostacolare il rigassificatore di Zaule e l’Italia in cambio non creerà ostacoli all’ampliamento del porto di Capodistria, sul quale è in corso la procedura VAS (valutazione ambientale strategica).

Il tutto sa un po’ di ricatto, in verità, e verrebbe semmai da chiedersi come mai sull’ampliamento di quel porto sia in corso una VAS transfrontaliera, mentre nulla del genere è avvenuto per il ben più ambizioso piano regolatore del Porto di Trieste (che pure prevede un grande “polo energetico” al suo interno, in un sito guarda caso coincidente con quelli del rigassificatore proposto da GasNatural e della centrale elettrica di Lucchini). Sarà materia per futuri chiarimenti, che il ministro non mancherà certo di dare, ai triestini e ai muggesani prima ancora che al Governo sloveno. Almeno questo è quello che si augura il WWF.