AMBIENTALISTI NEL MIRINO:
NUOVA AGGRESSIONE CONTRO ROBERTO GIURASTANTE
Trieste 27.09.2010 – L’ambientalista triestino Roberto Giurastante è stato oggetto di una nuova aggressione.
Nella giornata di domenica 26 settembre ignoti hanno cercato di scardinare e sfondare la porta di ingresso della sua abitazione distruggendo anche la pulsantiera del campanello. Giurastante, responsabile dell’associazione Greenaction Transnational e portavoce per l’Italia dell’associazione Alpe Adria Green,
aveva subito il 6 aprile scorso una pesante e macabra intimidazione di stampo mafioso trovando davanti alla porta della propria abitazione una testa di capra mozzata. Ma le indagini dei carabinieri per conto della Procura della Repubblica di Trieste erano state chiuse infruttuosamente in un tempo record di appena un mese, ed il PM incaricato (Pietro Montrone) aveva pure ordinato la distruzione del corpo del reato (la testa dell’animale ucciso) precludendo così ogni accertamento successivo (la richiesta di archiviazione della Procura è stata infatti impugnata davanti al GIP).
La tes ta di capra lasciata davanti alla porta
dell’abitazione di Roberto Giurastante il
6 aprile 2010. Macabro avvertimento ma-
!oso.
Nonostante le minacce continuate Giurastante non ha ricevuto alcun tipo di protezione da parte delle autorità di pubblica sicurezza italiane. Non si può quindi che esprimere la massima preoccupazione per quanto sta accadendo. Se dopo l’intimidazione mafiosa (la prima di questo tipo a Trieste) l’inchiesta della
Procura non fosse stata bloccata e se fossero state adottate quelle minime misure di sicurezza che il caso avrebbe consigliato, probabilmente sarebbero già emersi elementi utili per individuare i responsabili, scoraggiando inoltre ulteriori aggressioni.
La pulsantiera del campanello all’ingresso
dell’appartamento di Giurastante
distru"a durante il tentativo di e#razione
del 26 se"embre 2010.
Il tentativo di scardinamento/sfondamento della porta dell’appartamento
di Giurastante (26 se"embre 2010)
Roberto Giurastante è autore di rilevanti denunce all’Unione Europea sul sistema di smaltimento illecito dei rifiuti nel Nord Est, sulla violazione delle norme sugli appalti, sulle carenze della legislazione italiana in materia di prevenzione dei rischi degli incidenti agli impianti industriali (Legge Seveso), sul nucleare (violazione delle norme Euratom) e sugli inquinamenti transfrontalieri. E’ anche uno dei principali oppositori
dei progetti dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste. E’ autore del libro denuncia “Tracce di legalità” inchiesta sugli affari sporchi e sui disastri ambientali nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia.



