COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DEL GOLFO DI TRIESTE
Trieste, 4 gennaio 2010
Al Ministero dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio
Direzione Generale Salvaguardia Ambientale
Divisione III
via C. Colombo 44
00147 R O M A
al Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ufficio centrale per i beni paesaggistici
via di S. Michele 22
00153 R O M A
alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici
Servizio VIA
via Giulia 75/1
34126 TRIESTE
e p.c. Comune di Trieste
al Sindaco Roberto Dipiazza
Oggetto : Rigassificatore Gas Natural di Zaule
Dopo l’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e di quello dei Beni Culturali a seguire l’indirizzo positivo avuto dalla Commissione governativa di V.I.A. ( Valutazione d’Impatto Ambientale ), c’è stata un’accelerazione di interventi di poteri economici e politici che, a loro dire, finalmente era stato scavalcato l’ultimo ostacolo che frenava l’approvazione del rigassificatore, autentico danno all’economia della città di Trieste secondo il sindaco Dipiazza che, fingendo di credere o supponendo di credere di aver agito nell’interesse della città e dei suoi cittadini ha parteggiato, sin dalla sua apparizione, per il progetto della proponente spagnola Gas Natural creando i presupposti irreversibili di un danno etico, sociale, morale, economico e politico. Per contro, dal momento topico in cui l’approvazione dell’idra della menzogna mediatica, ha colto il segno del clamoroso abuso istituzionale portato avanti per degli anni da persone inesperte o in perfetta malafede, sono apparse delle flebili e sparute vocine di contrasto all’idea di quelle furbe e inflessibili voci che ottundevano la logica della ragione e del diritto democratico, per dare inizio ad una più aperta difesa dei cittadini contro il rigassificatore e di tutti coloro che, pur di ottenerlo, venderebbero l’anima al diavolo.
Oggi, queste voci contrarie alla “ belva d’acciaio “, vengono a dire ( dopo cinque anni che lo sta facendo il nostro Comitato e non solo ), che sul terminale ci sono informazioni “ scarne e scarse “; che “ non si può accettare a scatola chiusa la proposta del primo che capita “.
C’è qualcuna, tra queste nuove voci che dice cose ragionevoli ; non i soliti inutili brodini elementari, ma fertili e solide considerazioni sulla errata localizzazione del rigassificatore : un sito assolutamente privo delle necessarie caratteristiche per poter essere considerato “ ambientalmente compatibile “, che possieda i requisiti necessari per uno “ sviluppo sostenibile “; per non trovarsi soffocati in un territorio pesantemente inquinato e devastato dalla preesistenza d’una decina di altri impianti a rischio d’incidente rilevante su cui incombe la non escludibile capacità distruttiva d’un possibile incidente con “ effetto domino “; né dover constatare, sempre strettamente legate al sito, l’esistenza di costruzioni di civile abitazione densamente abitate a poche centinaia di metri dal “ mostro “, con strade, superstrade, zone di passaggi pedonali e veicolari oltre ad un gran numero di piccole e medie imprese che, nell’insieme, potrebbero offrire un ulteriore pesante tributo di sacrifici umani in un eventuale grave incidente. Tra queste nuove voci ce ne sono quelle che hanno esclusivamente valenza politica o spinte sulla base di sentimenti emozionali. Ma ce ne sono anche di quelle esperte e preparate di tecnici con l’esperienza specifica nel campo com’è quella del dell’arch. De Simone che ci ricorda come il gas ( contrariamente a ciò che dicono le controparti ), abbia fatto già molte vittime. Egli ci ricorda che c’è stata una lunga serie di incidenti ed esplosioni negli ultimi anni tra cui quello avvenuto in Corea del Sud, che ha provocato un centinaio di vittime e quello dello scorso anno in Belgio, a Ghislenghien, in cui una pala meccanica ha fatto esplodere un metanodotto che ha ucciso 15 persone e ferite altre 120. Ci riporta poi alla mente lo spettro di un grave incendio ad una gasiera con “ effetto domino “ che potrebbe mandare in fumo tutta la città. E si pone in aperto contrasto con Gas Natural e non condivide con le Istituzioni la scelta di locazione del rigassificatore che, a suo modo di vedere, doveva quantomeno essere collocato ad almeno una ventina di miglia ( circa 30 Km ) dalla costa. E invoca che si imponga ai proponenti ed alle autorità responsabili, di sottoporre il progetto all’esame di esperti super partes. Egli suggerisce due indirizzi : quello dei tedeschi della TUF, specializzati nei collaudi di nuovi impianti o quello degli americani del Sandia National Laboratory, noti in tutto il mondo per i loro studi su rischi e attentati.
Ecco, a tutte queste nuove anime di verità diciamo che lascino perdere le chiacchiere inutili e superate per darsi un contesto unitario che imponga una VIA super partes che ci libererebbe in primo luogo dal dubbio di artefazioni, faziosità e inganni e sarebbe alfine una grande e unica prova che ci darebbe verità e giustizia.
Si chiede cortesemente alle Istituzioni di dare immediata risposta alla nostra richiesta di ripetizione ( seria ) della V.I.A. in modo di avere una definitiva e accettabile fonte di verità.
L’addetto stampa
Arnaldo Scrocco
Comitato per la salvaguardia del Golfo di Trieste
Sede: V. Udine n° 4/c Trieste
Mail : amici.golfo.ts@gmail.com