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Sul rigassificatore tra Italia e Slovenia dovranno decidere i cittadini


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COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DEL GOLFO DI TRIESTE

Trieste, 3 agosto 2010

Sul rigassificatore tra Italia e Slovenia dovranno decidere i cittadini

Abbiamo atteso qualche giorno per esprimere il nostro punto di vista sulle scoppiettanti notizie apparse sul Piccolo di Trieste, che indicavano confusamente strategie, logistica e diplomazia politica sul rigassificatore di Zaule e, parzialmente, su quello in mezzo al golfo. Dobbiamo dire d’impeto che le cose, dopo diversi giorni di dichiarazioni che evidenziano la partigianeria di chi le fa pubblicare, non hanno portato certezze né assolute né relative, al punto che il cronista del Piccolo ha tirato due volte le somme non escludendo l’opzione zero. Sembra una inconsistente battaglia verbale tra due stati che la pensano in modo diametralmente opposto e che tentano di prevalere con le proprie ragioni in barba a tutte le regole che sono state scritte in materia energetica ma che sono diventate ormai una “sorta di bibbia” la cui sostanza giuridica deve essere rispettata e applicata.

Sono pertanto inutili le interpretazioni soggettive causate dagli interessi economici che i due paesi inseguono, cercando di spacciarli per ragioni di principio nell’interesse esclusivo delle popolazioni interessate. Italia e Slovenia, nel caso specifico, dimostrano con il loro comportamento quanto prematura sia stata la volontà di creare questa Grande Europa degli affari, in cui prevalgono soprattutto i nazionalismi ed i localismi di caste, corporazioni, e privati interessi, dove il “dio profitto” la fa da padrone, nel mentre gli interessi delle popolazioni sono posti ai margini estremi, come fossero spettatori ininfluenti d’una lotta tanto immorale quanto egoistica è la tecnica del perseguire in modo illegittimo e, spesso, illegale, quanto viene affermato e perseguito con la schietta arroganza di chi vuole far credere che la politica economica che stanno perseguendo sia diretta agli interessi esclusivi dei cittadini. Tuttavia questa lotta di interessi insorta e, come tale presentata al “popolo bue”, ha ben poco da poter conquistare e di successivamente imporre alla cittadinanza della Venezia Giulia, che non sia stato prima valutato onestamente da una commissione “super partes” che non può essere quella prospettata, senza ritegno, dalle Autorità e dalle Istituzioni locali : tecnici di comodo preselezionati che proporrebbero analisi sul sito di Zaule che, successivamente, verrebbero analizzate e valutate da tecnici della Gas Natural; cioè da tecnici scelti dal proponente. Il riferimento esclusivo dell’uso di un rigassificatore nel Golfo di Trieste, ma più precisamente nel Golfo di Muggia, deve trovare ragioni di eccellenza sia sotto l’aspetto della compatibilità ambientale che di quello sulla sicurezza. Queste ragioni oggettive le troviamo ponderatamente descritte sia nella Legge Seveso che nelle disposizioni di Espoo. Tutte e due queste leggi, nella loro interezza, sono state aggirate, disconosciute e alterate, nello specifico interesse dello Stato Italiano. Di ciò che dice e fa lo Stato di Slovenia ai triestini può tornare utile per una sola ragione : che entrambe queste due parti non vogliono il rigassificatore nel sito di Zaule. Fatta questa doverosa ammissione, a noi giuliani la lite Italia-Slovenia non può ne deve interessare : sono beghe internazionali sul fronte energetico tra stati transfrontalieri. Unica analogia d’interesse applicativo delle leggi di Seveso ed Espoo, è la dovuta ragione alla città di Trieste ed a tutta la sua Provincia di usufruire del contesto legislativo di quelle leggi in tema di confinarietà. Infatti sia in Seveso che in Espoo troviamo il diritto della territorialità confinaria che può beneficiare, indipendentemente dall’estensione, dello stesso trattamento di legge riservato agli stati confinanti. Viene detto, infatti, che tali benefici vanno estesi, non solo agli Stati confinanti, ma anche a città, paesi e regioni che, confinando con lo Stato in cui si progetta un impianto che comporta un alto rischio d’incidente rilevante, in cui ricorrono gli stessi rischi per le cose e per le persone. Sbagliano clamorosamente quindi, coloro che autonomamente si autoescludono da tali benefici ritenendoli applicabili esclusivamente al comune in cui verrebbe costruito l’impianto. Nulla di più errato ! Si richiama pertanto l’attenzione del Consiglio Regionale e dei consigli di tutti quei comuni giuliani che confinano con Trieste per la dovuta applicazione dei disposti delle leggi Seveso ed Espoo in tema di impianti e materiali energetici ad alto rischio. La non applicazione di quelle disposizioni, dovute e mai discusse, possono comportare severe sanzioni penali nei confronti degli amministratori responsabili. In questa nostra breve relazione c’è un’istanza etica che illumina i principi e chiede alla speranza di chi gestisce il potere di lasciare che si apra la mente alla consapevolezza che il mondo non girerà più dalla parte giusta se non interverrà il rispetto del dolore e della paura dai cittadini che temono un’escalation di “occasioni da non perdere” che in un periodo di tempo relativamente breve potrebbe trasformare Trieste e Provincia in una terra di fuoco lambita da un mare scarsamente nutrito. Tronchiamo quindi le chiacchiere : le promesse pre-elettorali e relativi programmi sbandierati ai quattro venti, non trovano alcun riscontro nella realtà politica, sociale ed economica della Venezia Giulia, che sembra essere diventata una piattaforma logistica virtuale in cui i vari poteri si fronteggiano senza pudore per prevalere in “man bassa” e per vantaggiose prese di posizione politiche. I cittadini vorrebbero che la loro vita si svolgesse tra le pieghe di sani principi di verità e considerazione, riconoscendo su queste basi i valori primari della giustizia sociale per mezzo della quale sia più facile trovare la strada che porta al rispetto delle Istituzioni ed alla gioia propria di vivere in pace con se stessi e con i propri simili. Al momento siamo tragicamente lontani dai modelli di vita auspicati; speriamo che si faccia strada tra le Istituzioni la sfida alla vanità d’essere convinti della propria probità per la sola ragione d’aver raggiunto i vertici del potere che, in sé, è la peggiore violenza che può esplicarsi nelle profondità dell’animo umano. Morale dell’intervento : Italia e Slovenia non devono decidere nulla. A decidere, secondo logica e legge, sono i cittadini. Ricordando Cicerone : “ Il bene del popolo sia il bene supremo “.

L’addetto stampa

Arnaldo Scrocco

Comitato per la salvaguardia del Golfo di Trieste

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